Perché la carne fa male al corpo alla mente all’anima e allo spirito

 

 

CORPO

Che la carne non sia cibo per l’uomo si evince facilmente dalla struttura fisica dell’uomo stesso (intestino come erbivori, dentatura inadatta a lacerare la carne cruda ecc) ma anche dalla semplice osservazione che per riuscire a ingurgitarla (e a farsela piacere) occorrono tutta una serie di manipolazioni:dalla frollatura (che non è altro che il processo di imputridimento), alla cottura, al condimento. Ricordiamo che i carnivori lacerano la preda e la mangiano viva, prediligendo comunque le interiora e mangiando anche ossa pelle e muscoli.

E’ ovvio quindi che le ripercussioni dal punto di vista della salute siano pesanti e non è un caso che anche i medici meno informati consigliano di mangiarne “poca”.  Non mi soffermo comunque sulle varie patologie direttamente correlate al consumo della carne perché non è questo il mio intento e comunque le stesse si possono agevolmente trovare in rete.

 

 

MENTE

Mente intesa come processi cognitivi sia consci che inconsci.

Noi insegniamo ai nostri bambini ad amare gli animali, addirittura li spingiamo a identificarsi con loro tramite i cartoni animati dove i protagonisti sono proprio loro. Li spingiamo ad accarezzare il coniglietto in gabbia e a rispettare gli animali di casa, compresi quelli di peluche! Poi li obblighiamo (inizialmente) a mangiare la carne di quegli stessi animali.

Possibile che non ci si renda conto che si sottopone il bambino a una dissonanza cognitiva? Per fronteggiare quindi tale dissonanza il bambino è costretto a mettere in moto una serie di meccanismi di difesa inconsci che persisteranno nell’adulto: per cui da un lato egli sa che si devono amare  e rispettare gli animali, dall’altro sa anche che si devono segregare, seviziare e scannare per motivi futili quali il piacere del nostro palato. 

Il meccanismo di difesa che viene usato in modo massivo, a livello cognitivo, è dunque  la negazione (della sofferenza dell’animale e del suo diritto a vivere la vita in modo dignitoso)  ma poi entrano in gioco anche altri meccanismi di difesa più complessi che non è opportuno spiegare in questa sede.

 

 

ANIMA

Anima intesa come emozioni e sentimenti.

E anche qui ovviamente il bambino (e l’adulto poi) deve padroneggiare i sentimenti contrastanti di amore, tenerezza e compassione da un lato e di durezza, insensibilità e dominio anche sadico sugli animali dall’altro e farli necessariamente coesistere.

Ma far coesistere nello stesso cuore entrambi i due tipi di emozioni provoca ovviamente una scissione insanabile che avrà serie ripercussioni non solo sull’equilibrio mentale come spiegato sopra ma anche su quello emotivo con patologie che possono andare dalla depressione (ci si ritira in un vuoto dove le emozioni non possono trovare spazio) al sadismo (sbilanciandosi verso il gruppo di emozioni distruttive) alla schizofrenia vera e propria (nell’incapacità di integrare sia a livello emotivo che cognitivo le emozioni dissonanti e quindi rifugiandosi in forme più o meno larvate di psicosi).

 

SPIRITO

Lo Spirito è Uno e tutti siamo Spirito. Si può dire che esso è la nostra parte divina con cui entriamo in contatto attraverso l’anima. 

E già questo fa capire che cibarsi di sofferenza e terrore (ricordiamo che gli animali scaricano adrenalina, che è l’ormone del terrore, al momento della morte) non può fare bene né al corpo né all’anima né tantomeno alla nostra parte divina, lo Spirito.

Sappiamo anche che il mondo spirituale è composto sia di una parte inferiore, negativa (parliamo spesso di spiriti del male) che di una superiore, quella appunto che chiamiamo divina.

La parte inferiore ama cibarsi appunto di paura e dolore, ed è questa parte che nutriamo quando immettiamo nei nostri corpi (fisico, animico, mentale e spirituale), animali che non solo vengono scannati impietosamente ma che vivono una vita non degna di chiamarsi tale e che certo la Natura non aveva predisposto per loro.

Per chi ama identificarsi con il leone, ricordo che il leone non può scegliere: è stato programmato a cibarsi della gazzella che peraltro fino al momento della morte può godersi il diritto inalienabile a una vita degna di essere chiamata tale.

 

A questo proposito ho realizzato un brevissimo video dove metto in evidenza alcuni di questi aspetti: